L’area del Vulture è abitata fin dalla Preistoria e dunque anche i siti di Atella, Ripacandida e Rionero presentano ritrovamenti archeologici molto antichi. Il sito preistorico più noto è il parco paleolitico scoperto dal prof. Borzatti von Löwenstern negli anni Settanta del secolo scorso, presso il cimitero di Atella
All’età arcaica si riferiscono invece le tombe del IV secolo a.C. rinvenute nelle località San Francesco, Cappella del Priore e Padulo di Rionero e la necropoli di Ripacandida cui appartengono gli importanti reperti conservati nel Museo Nazionale di Melfi, tra i quali la celebre brocchetta pitagorica che testimonia la forte influenza della scuola filosofica della Magna Grecia sulle popolazioni enotrie e daunie che popolavano le pendici del Vulture.
In epoca romana l’area faceva parte del cosiddetto Ager Venusinus, ossia il vasto territorio controllato dalla colonia di Venosa sulla via Appia, che comprendeva tutta la zona del Vulture. Un insediamento rurale romano, forse anche con finalità termali, è stato scoperto di recente in località Torre degli Embrici di Rionero. Il sito parrebbe utilizzato con continuità fino al Medioevo. Sulla fiumara che separa l’abitato di Rionero dal territorio di Ripacandida, la Candida Latinorum dei romani, sono invece visibili i resti di un acquedotto di età imperiale.
Durante le invasioni dei Goti gli abitanti dei vari casali rurali si spostano sul colle di Ripacandida, dove sorgeva un antico tempio di Giove nel sito dell’attuale chiesa madre. L’abitato fu poi fortificato dai Longobardi.