La prima documentazione che attesta l’esistenza del toponimo di Rionero risale invece al 1152 ed è contenuta in una bolla di papa Eugenio III che nomina il casale di Santa Maria di Rivo Nigro presso Atella, nella diocesi di Rapolla e contemporaneamente istituisce la chiesa di San Donato a Ripacandida.
Durante la III crociata, indetta dal re normanno Guglielmo il Buono alla fine del XII secolo, Ripacandida partecipò con numerosi cavalieri sotto il comando del barone Ruggero Marescalco. A ciascuno di essi fu intitolata una via cittadina, molte delle quali tuttora esistono.
L’abitato di Atella si sviluppò invece soprattutto in epoca angioina, a seguito della riorganizzazione del feudo di Vitalba voluta da Giovanni d’Angiò, figlio di re Carlo II, il quale consentì l’esenzione fiscale decennale per chi si fosse insediato nel feudo a lui assegnato dal padre, abbandonando i vari casali e castelli circostanti, a partire da quello di Rivo Nigro.
Il luogo prescelto dal conte si trova al centro dell’ampia piana che prende il nome dall’antico casale di Vitalba e che occupa la conca dell’antico lago preistorico esistente tra il Vulture e la collina di Lagopesole. Le famiglie che si insediarono conservarono i nomi dei casali di provenienza e un’intera via del nuovo borgo prese il nome di strada de li casali. In epoca angioina Atella era particolarmente florida, commerciava in prodotti agricoli con tutte le piazze del Regno ed era il centro con il maggiore contributo fiscale di tutta la Basilicata.