Giustino Fortunato iunior nacque a Rionero il 4 settembre 1848, compì studi a Napoli dai Gesuiti e dagli Scolopi, laurendosi in giurisprudenza. Suo nonno Anselmo era un carbonaro, mentre suo padre assunse una posizione legittimista favorevole ai Borboni. Durante la reazione post-unitaria la sua famiglia fu coinvolta in ambigui rapporti con i briganti, in circostanze tuttora non chiare. Suo padre e suo zio furono arrestati per connivenza con i banditi e per oltraggio a pubblico ufficiale durante l’arresto, ma furono poi assolti per insufficienza di prove.

Fortunato fu deputato dal 1880 al 1909 e quindi senatore, fino alla morte avvenuta nel 1932. Legato da profonda amicizia a Benedetto Croce, fu il massimo studioso del Meridionalismo che approfondì con opere fondamentali come La questione demaniale nelle provincie meridionali del 1882, Il Mezzogiorno e lo Stato Italiano del 1911, Pagine e ricordi parlamentari del 1920 e simili. Dai suoi scritti traspare l’immagine pessimistica di un Mezzogiorno sterile e naturalmente ingrato, che nonostante gli sforzi dei suoi abitanti non potrà mai raggiungere piena dignità e sviluppo. Grazie al suo impegno politico si devono azioni istituzionali come l’inchiesta Zanardelli e lo sviluppo della rete ferroviaria lucana.

Fu anche un grande appassionato di viaggi e geografia e scrisse numerosi articoli per il Club Alpino Italiano, nonché un profondo conoscitore della storia patria, che gli è debitrice di molti saggi interessanti e preziosi tra cui: S.Maria di Vitalba del 1898, Rionero medievale del 1899 e La Badia di Monticchio del 1904. Come giornalista collaborò con varie testate, tra cui Unità Nazionale e Patria. 

Oggi la Fondazione a lui intitolata, tenuta a battesimo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la sua visita a Rionero nel 2011, si occupa di custodire la memoria di questo insigne studioso, anche attraverso iniziative di valorizzazione culturale all’interno del palazzo di famiglia che ospita la ricchissima e suggestiva biblioteca.