Tornando nella sala rossa e svoltando a sinistra si accede al salone degli stemmi dei vescovi di Rapolla.
La diocesi di Rapolla è molto antica, se si pensa che la città di Rapolla esisteva già in epoca lucana con il nome di Strapellum e fu conquistata dai Romani. L’elevazione a diocesi risale probabilmente al secolo VIII. Tra i vescovi va ricordato Ursone nel 1078, che poi divenne metropolita di Bari.
Probabilmente la diocesi era inizialmente di rito greco, come tutte quelle preesistenti alla conquista normanna e all’arrivo dei benedettini. La sede vescovile di Rapolla fu unita a quella di Melfi nel 1528, a causa della povertà della mensa vescovile, su iniziativa di papa Clemente VII la cui effige è presente nella sala dei papi.
Questa situazione era già stata segnalata alla fine del ’400 in un sollecito rivolto al cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI, la cui risposta è contenuta in una bellissima pergamena appartenente al fondo melfitano presso l’Archivio Segreto Vaticano. L’unione alla diocesi di Melfi fu effettuata in pari dignità e si conservò tale fino al decreto di definitivo accorpamento del 1986.
La raffigurazione degli stemmi dei vescovi di Rapolla contenuta in questa sala, come quella dell’attigua sala dei vescovi di Melfi, è opera settecentesca commissionata da monsignor Basta.
All’interno della sala è esposta una Crocifissione con la Madonna, San Rocco e Sant’Agostino, opera di Andrea Miglionico. Il pittore lucano fu attivo tra Seicento e Settecento e ha lasciato numerose opere, tra cui un intero ciclo di dipinti presenti all’interno della Cattedrale di Melfi.
Miglionico, originario di Irsina, fu allievo di Luca Giordano a Napoli e si dedicò soprattutto a soggetti di carattere religioso, commissionati dai numerosi ordini e istituzioni ecclesiastiche presenti nelle aree interne del viceregno meridionale.