Questo concilio, l’ultimo celebrato a Melfi e in parte a Lagopesole, fu la diretta conseguenza del precedente del 1130, non riconosciuto dalla Chiesa.
Papa Innocenzo II, sostenuto da Bernardo da Chiaravalle e accompagnato verso sud dall’imperatore germanico Lotario di Supplimburgo, prese possesso del Vulture e di Melfi scacciandone temporaneamente i normanni, deponendo Ruggero II e nominando al suo posto Rainulfo Drengot, di una famiglia rivale, nel tradizionale titolo di duca di Puglia.
Innocenzo pronunciò anche la scomunica verso papa Anacleto II, allo scopo di rendere illegittima la nomina di Ruggero II a re di Sicilia. La scomunica fu definitivamente accettata dalla Chiesa, che ancora oggi riconosce Innocenzo come papa e Anacleto come antipapa.
Vero stratega del predominio di Innocenzo fu però Bernardo da Chiaravalle, il santo mistico e l’autore della regola dei Cavalieri Templari.
La vittoria delle armi germaniche sarebbe stata però temporanea ed effimera. Ben presto re Ruggero si sarebbe ripreso i suoi possedimenti e avrebbe consolidato il regno normanno di Sicilia, che nell’arco di un secolo sarebbe pervenuto intatto a suo nipote, Federico II di Svevia.