In epoca rinascimentale la pianta della Cattedrale fu trasformata dall’apertura di numerose cappelle laterali destinate alla sepoltura delle famiglie della borghesia cittadina e dalla sostituzione dell’abside con un braccio a croce latina. Dopo il terremoto del 1930 tutte le cappelle sulla navata sinistra furono però abbattute, mentre una parte delle cappelle sulla destra è stata preservata.
La prima cappella a destra è la cappella di San Gregorio, oggi adibita a ufficio parrocchiale. Come si legge nella lapide sopra la porta essa custodiva l’ossario del clero, raggiungibile attraverso una botola scoperta negli anni ’30.
ELINGUIS NE TACEAS LAPIS
ECCLESIASTICI ORDINIS PIETATEM
QUA PRIUS DISSITA IACUERE OSSA
MEPHIENSIS CLERI
UNO TUMULANTUR IN LOCO
UT QUOS VIVOS PIETAS IUNXIT
IUNGAT MORTUOS
(Non tacere, o muta pietra
l’amore dell’ordine ecclesiastico.
Le ossa del clero di Melfi
che prima giacevano sparse
furono tumulate nello stesso luogo
perché la pietà che li unì viventi
li unisca da morti).
All’esterno una grande tela a olio raffigura il martirio di San Bartolomeo, antico patrono della città, di un autore ignoto del Seicento.