Nel 291 a.C. i Romani sconfiggono la tribù sannitica dei Lucani si impadroniscono del territorio del Vulture, facendo trasferire oltre 20.000 coloni da Roma secondo l’uso della “deduzione”. Il luogo prescelto è un piccolo promontorio che sorveglia il nuovo percorso della via Appia, l’arteria consolare che collega la capitale con Brindisi e l’oriente. Questo nuovo centro urbano si trova distante alcuni chilometri dal Vulture e diventa l’attrattore sociale più importante per tutti i villaggi circostanti, compresa la piccola città lucano sannitica che occupava l’area di Melfi, che quindi resta quasi del tutto abbandonata. La nuova città romana prende il nome di Venusia, che non è nuovo ma probabilmente era quello già utilizzato dai Lucani per l’antica città di Melfi. Tutto il territorio, compreso il monte Vulture e le ampie aree rurali fino all’Ofanto, conserverà in età romana il nome di agro venosino.
Tuttavia nell’antico sito melfitano resiste una qualche presenza umana. Nella necropoli di Valleverde è stato ritrovato vasellame di età augustea, alcune lucerne, giavellotti, unguentari in vetro e una moneta attribuibile al magistrato Minucius. All’età flavia appartiene l’ultima testimonianza archeologica: una tomba femminile con uno specchio e una teca per il trucco. Comunque la civiltà sannitica è presto travolta da quella romana, tanto che Tito Livio definirà gli ultimi Lucani, che resistevano nelle aree rurali secondo gli antichi costumi, come turmae agrestium: bande di campagnoli.
A partire dall’età imperiale fa la sua comparsa il latifondo. L‘intera area circostante la città di Venosa finì per un certo periodo nella proprietà di un unico possidente, un certo Erode Attico. I grandi proprietari assenteisti presero l’abitudine di affidare la conduzione delle terre a un amministratore locale: il massarius.
Dopo la caduta dell’impero d’occidente, nei secoli bui dell’Alto Medioevo il Vulture è conteso tra i Goti, i Longobardi e i Saraceni, con alcune parentesi di riconquista da parte degli imperatori romani ormai trasferiti a Costantinopoli. La popolazione, sempre più rada, si ritirerà su alcuni villaggi di montagna facilmente difendibili come Strapellum (Rapolla), Acerenza o Tursi.
La grande storia tornerà però a visitare questi luoghi a partire dall’anno 1000, quando nella lotta tra bizantini e longobardi si inserirono alcuni guerrieri venuti dal freddo nord.