Il monumentale sarcofago fu rinvenuto nel 1856 in località Albero in Piano di Rapolla, nei pressi di una grande villa romana lungo il percorso della via Appia. Appartenuto a un personaggio di alto rango, è testimonianza dell’importanza e della ricchezza del territorio durante l’età romana imperiale.
Si tratta di un prodotto raffinato di una bottega di scultori dell’Asia Minore e riproduce nella parte inferiore una struttura architettonica in cui sono inseriti divinità ed eroi.
In alto, sul letto-coperchio o kline giace la raffigurazione della giovane defunta cui era destinato. Presso il capo si trova un amorino con la fiaccola volta verso terra, simbolo della morte e ai piedi un cane di cui sono rimaste le zampe, asportato quando il manufatto era conservato all’aperto nella piazza di Melfi. La giovane con la destra mano sostiene un mazzolino di fiori.
Sotto il fregio di tritoni e mostri marini sono cinque nicchie in oggi lato lungo, tre nel lato corto e due nell’ultimo, dove è una porta a due battenti. Sotto la cimasa dei tritoni le nicchie, separate da sedici colonne scanalate a spira, contengono statuette di numi ed eroi scalpellate a forte rilievo.
Sulle iscrizioni rinvenute sul luogo del ritrovamento del sarcofago diverse sono le interpretazioni, tendenti a individuare la giovinetta sepolta:
M.LUCILIO. M. I. FAUSTO
FUSCA FILIA POSUIT
VENERI ERCINAE VICTRICI
L.CORNELIUS SULLA
SPOLIA DE HOSTIBUS
VOTO DICAVIT
COECILIA MET…
A Marco Lucilio Figlio di Marco Fausto La figlia Fusca pose
A Venere Ericina Vincitrice Lucio Cornelio Silla le spoglie tolte ai nemici per voto dedicò
Cecilia Metella…
Secondo l’interpretazione prevalente la giovane donna raffigurata sul coperchio sarebbe Emilia Sauro, figlia di Cecilia Metella e figliastra di Lucio Cornelio Silla, la quale andò in sposa a Pompeo ma morì di parto subito dopo le nozze. In onore della defunta fu perciò commissionato il sarcofago in Asia minore.
La giovane donna apparteneva alla gens Cornelia che si trasferì in parte a Venosa, ove ebbe molti possedimenti, all’epoca della colonizzazione romana. Il sarcofago venne dunque depositato in una villa dell’agro venosino di allora, lungo la strada per l’antica Strapellum (Rapolla), all’interno di un piccolo fabbricato di protezione.
I personaggi raffigurati parrebbero essere, partendo dalla prima nicchia a sinistra: Apollo, Mercurio, Giunone, forse un illustre personaggio della casata dell’estinta, Silla seduto su una sedia imperiale. Nel lato opposto, sempre da sinistra: Venere Ortense, Marte Gradivo, Venere Victrix, detta anche la scrivente perché soleva scrivere sullo scudo il nome del guerriero vincitore, Atalanta e Meleagro seduto su una sporgenza rocciosa. Nel lato corto, in corrispondenza del capo della giovinetta, al centro è scolpita finemente una porta a due battenti con un grosso foro praticato nel marmo da improvvisati saccheggiatori. Ai lati un’adorante o un’offerente con le braccia distese nell’atto di offrire doni e fiori ed Hermes che accompagnava i morti ai Campi Elisi. Al lato opposto, in corrispondenza dei piedi: Ulisse, Elena e Diomede.