Il guerriero di Banzi

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Dal salone centrale al secondo piano, detto delle Scodelle, si accede nell’angolo a destra alla cosiddetta sala del guerriero di Banzi.

In località Piano Carbone di Banzi nel 1993 è stata scoperta la tomba di un aristocratico cavaliere, con un ricco corredo di armi (panoplia) composte da un cinturone e paracaviglie in bronzo, uno scudo in cuoio su cui erano applicate decorazioni in bronzo con delfini e un elmo in cuoio con due alae laterali in bronzo. Le armi da offesa erano due lance, due giavellotti e una spada con fodero decorato a sbalzo.

Anche qui è presente il vasellame per il simposio rituale, con il cratere a figure rosse, kylikes per bere, oinochoai per versare, e un candelabro con una lucerna in bronzo.

Le due salette d’angolo nella torre destra sono dedicate a una panoramica sugli scavi archeologici di Melfi, con particolare riferimento alle aree dei Cappuccini e di Valleverde. Nel primo sito sono state rinvenute oltre settanta sepolture del tipo a fossa, di origine successiva all’epoca daunia, quindi risalenti al periodo sannitico dei Lucani (IV e III secolo a.C.). I corredi sono costituiti da vari a figure rosse, ambre intagliate e una lamina d’argento sbalzata.

In località Valleverde erano invece presenti circa 180 tombe a camera, raccordate da gradini. I corredi erano tuttavia piuttosto poveri, a dispetto del carattere monumentale delle sepolture. Gli oggetti più interessanti sono due pissidi a figure rosse che rappresentano la quadriga del Sole.

La saletta attigua contiene una descrizione delle attività di contrasto al crimine e salvaguardia del patrimonio artistico operate dal Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. Custodisce, a prova dell’importante lavoro svolto, una serie di vasi a figure rosse trafugati da Lavello e ritrovati a Monaco di Baviera nel 1995.

Il percorso prosegue tornando verso la sala del cavaliere di Banzi ed entrando nel salone frontale, che ospita i corredi della principessa daunia di Lavello.

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