Il Museo Archeologico Nazionale del Melfese è stato istituito nel 1976 ed è ubicato all’interno del palazzo centrale del castello di Melfi. L’allestimento, articolato su tre piani, segue un criterio cronologico e copre l’intero territorio del Melfese in un periodo compreso tra l’età arcaica e l’epoca romana.
Dal cortile centrale, subito dopo avere varcato l’ingresso principale dal ponte sul fossato, si può procedere in diverse direzioni. In senso orario, partendo dalla sinistra dell’ingresso, si accede per prima alla torretta di epoca Doria, in fase di ridestinazione. Il successivo ingresso conduce alla Torre dello Stendardo, dove sono presenti i servizi igienici e, ai piani superiori, sono ubicati gli uffici amministrativi della Soprintendenza.
Attraverso un arco coperto si entra invece in un piccolo cortile in corso di ristrutturazione da cui, sulla destra, si può entrare nelle scuderie, destinate a mostre temporanee. Tornando nel cortile principale, l’ingresso centrale del palazzo ospita la biglietteria del museo.
Infine, attraverso il passaggio coperto sulla destra ci si incammina verso gli ambienti principali del castello e il percorso museale vero e proprio. L’ultimo accesso sul cortile iniziale conduce invece alla torre dell’orologio, in corso di ristrutturazione.
Imboccato l’arco sulla destra, si incontrano sul lato destro gli ingressi alla cappella gentilizia dei Doria e alle torri della cintura esterna, soprattutto a quella di epoca federiciana detta di Marcangione.
A sinistra si aprono invece gli spazi espositivi museali a piano terra, dove si trova il celebre sarcofago romano di Rapolla ritrovato nel secolo XIX. Adiacente alla sala del sarcofago è un salone polifunzionale, didattica e per convegni.
Tornando all’esterno e proseguendo, si incontra a sinistra lo scalone di accesso al palazzo centrale che ospita il corpo principale del museo, articolato su due piani, mentre gli altri accessi a piano terra conducono ad altre zone del castello, come il cortile della cisterna, la sala di rappresentanza di epoca angioina, la cisterna, la cosiddetta sala delle torture o mortorio, gli appartamenti angioini, il cortile degli armigeri e il cortile del mortorio, con gli antichi accessi di epoca angioina verso la campagna. Purtroppo allo stato attuale è visitabile solo la sala di rappresentanza, utilizzata per convegni, mostre e manifestazioni culturali.
Per i portatori di bisogni speciali, l’ascensore è collocato nella torretta frontale di sinistra, con accesso direttamente dalla biglietteria tramite la sala espositiva del sarcofago.
Il primo piano ospita i reperti più antichi, risalenti a un periodo compreso tra l’VIII e il V secolo a.C. Lungo il percorso si incontrano anche gli appartamenti dei governatori Doria, nei quali è esposta la quadreria locale della famiglia genovese e alcuni pezzi di arredamento tra cui alcune sculture di stile neoclassico.
L’accesso al secondo piano delle sale museali riproduce l’ingresso monumentale di una delle più importanti tombe a camera scoperte sulla strada tra Forentum (Lavello) e Canusium (Canosa). Il gruppo di tombe risaliva al III secolo: scoperta ed esplorata nel 1999, la tomba era già stata depredata da clandestini, ma conserva la struttura scavata nel tufo con un lungo corridoio d’ingresso (dromos) e un’ampia camera sepolcrale.