Le origini del monastero intitolato a Sant’Antonio Abate si riconducono ai benedettini di Sant’Ippolito a Monticchio, all’inizio del Duecento. Lo stile architettonico richiama quello dell’abbazia sui laghi e quello della SS. Trinità di Venosa. Più volte danneggiato dai terremoti, l’edificio conserva lo schema architettonico gotico. Il portale è racchiuso sotto un arco a sesto acuto, sormontato dalla torre campanaria quadrata.
Il 1 aprile 1502 ospitò l’incontro tra Louis d’Armagnac, duca di Nemours e Consalvo Fernandez di Cordova, i supremi comandanti degli eserciti francese e spagnolo, incontratisi per decidere la spartizione del Regno di Napoli.
L’interno è affrescato con pitture raffiguranti vite di santi e termina con un arco ogivale sotto il quale è collocato il tabernacolo della Madonna del Carmine, protettrice di Rionero insieme a San Marco. Custodisce anche alcune tele del Settecento.