Maschito ebbe numerose chiese di rito greco ortodosso, che sopravvissero fino alla riforma tridentina e alla bolla del vescovo di Melfi Diodato Scaglia, che nel 1627 impose il rito latino in tutta la diocesi. Di oltre quindici edifici di culto, oggi sopravvivono solo la Chiesa della Madonna del Caroseno, la Chiesa del Profeta Elia e la Chiesa del Purgatorio.
La Chiesa del Purgatorio è probabilmente la più antica e custodisce un dipinto della Madonna Odigitria, proveniente da una cripta non più esistente.
La Chiesa del Caroseno è opera degli albanesi coronei. Contiene un affresco del 1558 raffigurante una Madonna con Bambino e due grandi tele che hanno a soggetto la Pentecoste e la Presentazione al Tempio, della fine del Settecento.
La Chiesa del Profeta Elia risale al 1698. Si presenta a unica navata, contiene due tele attribuite a Gianbattista Caracciolo, artista napoletano della fine del Cinquecento. Custodisce anche il quadro considerato miracoloso della Madonna dei Sette Veli.
Tra le architetture civili si segnalano alcuni palazzi del Settecento e numerose fontane monumentali, tra cui quella dedicata all’eroe nazionale albanese Georgio Skanderbeg nell’Ottocento.