Sull’altura di Gravetta lungo strada di collegamento tra Lavello e Canosa, è stato scoperto nel 1990, un luogo di culto databile al momento successivo all’occupazione romana (III secolo a.C.). Il centro del complesso, sorto agli inizi del III secolo a.C., è costituito da un sacello aperto su tre lati e orientato secondo l’asse longitudinale nord-est/ sud-ovest. Il lato sud-est è monumentalizzato da tre colonne doriche, di cui restano due capitelli in tufo. Sul lato opposto è una porta d’ingresso. L’interno, pavimentato con mosaico in tessere monocrome di colore bianco, contiene il basamento della statua di culto e un altare.
Due cisterne, con sezione a campana, all’interno e immediatamente all’esterno del sacello, sottolineano l’importanza dell’acqua nelle cerimonie di culto. Un ambiente, posto a sud, presenta la stessa pavimentazione a mosaico del sacello e un profondo pozzo per la captazione delle acque. Da un piccolo vano proviene la coppia di busti in terracotta, probabili immagini delle divinità venerate nel santuario. Un ampio cortile collega i diversi ambienti. L’impianto subisce alcune ristrutturazioni fino alla fine del II secolo a.C., periodo in cui si colloca l’ultima fase di frequentazione del complesso.
I resti, sul pavimento del sacello, di un corno di capra e di corna di cervo testimoniano lo svolgimento di un sacrificio di abbandono dell’area sacra detto piaculum.