L’askos cosiddetto Catarinella in ceramica listata, è databile alla prima metà III secolo a.C. e testimonia il processo di romanizzazione dell’area. Prodotto a Canosa ma rinvenuto a Forentum nel 1922, l’askos a tre bocche compare nei corredi funerari di Lavello in sostituzione della tradizionale olla a partire dalla fine del IV secolo a.C., quando diventa sempre più tangibile l’influenza culturale di Canosa.
L’eccezionalità di questo reperto è dovuta alla complessità della scena figurata. Si tratta dell’immagine di un funerale che documenta la presenza, nel cerimoniale, di tradizioni diverse. Alla cultura daunia si riferiscono le donne vestite di nero e le lamentatrici o préfiche.
Alla tradizione antica greca fanno riferimento simboli funerari come la Gorgone, il gallo e i delfini, che evocano l’idea di un’oltretomba ubicato al di là del Grande Oceano. Di particolare rilievo, infine, è la presenza di un corteo di musici che, al seguito della processione funebre, suonano strumenti tipicamente romani come la tuba e il corno.